La Commissione europea ha pubblicato lo scorso 20 ottobre 2023 la prima edizione di Key figures on European living conditions, una selezione di indicatori tratti dai dati Eurostat. Negli ultimi anni, gli indicatori per i gruppi più vulnerabili della società sono diventati uno strumento particolarmente rilevante per monitorare il benessere sociale e materiale di individui e famiglie a fronte di eventi dirompenti, come la pandemia di COVID-19 o i livelli elevati di inflazione a seguito dell’aggressione russa contro l’Ucraina.

Ecco le principali cifre chiave sulle condizioni di vita nell’Unione europea presenti nel documento.

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Reddito e disuguglianza

Il reddito disponibile equivalente, cioè il reddito netto totale di tutti i membri della famiglia diviso per il numero ponderato dei componenti. Il livello di reddito è espresso in standard di potere d’acquisto (purchasing power standards - PPS), che tiene conto delle differenze di livello dei prezzi tra i paesi.

Nel 2022, il reddito disponibile medio annuo era di 18.706 PPS per abitante per l’UE, con livelli più alti negli Stati occidentali e nordici e più bassi in quelli sudorientali e baltici (da 9.671 PPS per abitante in Bulgaria a 25.437 nei Paesi Bassi e 33.214 in Lussemburgo. L'Italia si attesta a 18,472).

La disuguaglianza di reddito può essere misurata dal rapporto tra quintili di reddito (S80/S20), che confronta il reddito percepito dal 20% della popolazione con il reddito più alto (quintile superiore) con il reddito percepito dal 20% della popolazione con il reddito più basso (quintile inferiore). Valori elevati di questo rapporto rivelano notevoli disparità nella distribuzione del reddito. Nel 2022, il rapporto per l’UE era pari a 4,7: in media, il gruppo con il reddito più elevato ha quindi ricevuto 4,7 volte il reddito ricevuto dal gruppo con il reddito più basso. Nella maggior parte degli Stati membri, il rapporto era più elevato per le persone di età inferiore a 65 anni (4,9) rispetto a quelle di 65 anni o più.

Il coefficiente di Gini esprime la misura in cui la distribuzione del reddito all’interno di un Paese si discosta da una distribuzione equa. Un valore Gini del 100% significa che solo una persona riceve tutto il reddito del paese, mentre un valore Gini dello 0% significa che il reddito è distribuito equamente su tutta la popolazione. Nel 2022, il coefficiente Gini per l’UE era del 29,6% (esattamente come nel nostro Paese). Le disparità di reddito più elevate sono state registrate in Bulgaria (38,4%), Lituania (36,2%) e Lettonia (34,3%). Il reddito è stato distribuito più equamente in Belgio (24,9%), Repubblica Ceca (24,8%), Slovenia (23,1%) e Slovacchia (21,2%).

Il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale nell’UE nel 2022 era di 95,3 milioni, in calo di quasi 300.000 unità rispetto al 202. In termini relativi, il 21,6% della popolazione dell’UE ha sperimentato questa condizione, con percentuale leggermente superiore per le donne (22,7%) rispetto agli uomini (20,4%). I valori più elevati sono stati registrati in Romania e Bulgaria, quelli più bassi in Slovenia e Repubblica ceca.

Considerando tre gruppi di età – bambini (meno di 18 anni), adulti in età lavorativa (da 18 a 64 anni) e anziani (65 o più anni), il rischio è stato più elevato tra i bambini e più basso tra gli anziani, ma con differenze fra i vari Paesi.
Nel 2022, più di un terzo (34,5%) degli adulti con un basso livello di istruzione (non più dell’istruzione secondaria inferiore) erano a rischio di povertà o esclusione sociale.

La grave deprivazione materiale e sociale: il tasso è la percentuale di persone che non possono permettersi almeno 7 dei 13 elementi considerati dalla maggior parte delle persone desiderabili o necessari per una qualità di vita adeguata. Gli elementi sono classificati in due gruppi: a livello familiare (come la capacità di affrontare spese impreviste o la capacità di mantenere la casa adeguatamente calda) e a livello individuale (come svolgere attività ricreative regolari o avere una connessione Internet). Nel 2022, il tasso di deprivazione materiale e sociale grave nell’UE era del 6,7%, rispetto al 6,3% nel 2021, poco più alto per le donne (7,0%) che per gli uomini (6,4%).  Tra gli Stati membri dell’UE, Romania (24,3%), Bulgaria (18,7%) e Grecia (13,9%) hanno registrato tassi molto più elevati che altrove. Il tasso più basso è stato dell'1,4% in Slovenia. L'Italia è al 4,5%.

Famiglie e lavoro

Tra il 2021 e il 2022, la percentuale di famiglie in grado di arrivare a fine mese facilmente è diminuita complessivamente dal 27,3% al 24,1%. Sommando le sei fasi considerate della capacità di arrivare a fine mese in due gruppi, il 45,5% delle famiglie nell'UE ha avuto almeno qualche difficoltà ad arrivare a fine mese nel 2022. L'Italia parrebbe in difficoltà con un dato oltre il 63%.

Il 9,3% delle persone non poteva permettersi di mantenere la propria casa adeguatamente calda, rispetto al 6,9% nel 2021. Gli aumenti maggiori si sono verificati in Romania e Francia. Il 28,6% delle persone nell'UE non poteva inoltre permettersi una settimana di vacanza fuori casa ogni anno, rispetto al 27,7% nel 2021, mentre l’8,3% non poteva permettersi un pasto a base di carne, pollo, pesce (o equivalente vegetariano) ogni due giorni, rispetto al 7,3% del 2021. Nel 2022, il 2,4% delle persone nell’UE non poteva permettersi una connessione Internet per uso personale a casa, in calo rispetto al 2,7% nel 2021.

Nel gennaio 2023, le categorie di spesa maggiore per consumi delle famiglie UE erano: alimentari e bevande analcoliche; edilizia abitativa, acqua ed energia e trasporti. Insieme rappresentano quasi la metà (47,1%) della spesa totale. Tutte e tre queste categorie sono state caratterizzate da forti aumenti dei prezzi.

Nel 2022, nell’UE risiedevano 198 milioni di famiglie, con una media di 2,2 componenti per famiglia. Le famiglie adulte sole (con o senza figli) rappresentano il 39,3% del totale mentre il 39,7% sono famiglie composte da coppie (sempre con o senza figli). La restante quota (20,9%) riguarda altre tipologie. Tra il 2009 e il 2022, il numero di famiglie nell’UE è aumentato dell’8,9%. La quota di famiglie composte da adulti soli senza figli è aumentata durante questo periodo di 5,6 punti percentuali.

Il rischio di povertà non riguarda solo le persone a bassa intensità di lavoro o senza lavoro. L’8,5% delle persone occupate di età pari o superiore a 18 anni nell’UE era a rischio di povertà. Questa percentuale era notevolmente inferiore per le donne (7,5%) rispetto agli uomini (9,3%).

La salute

Nel 2022, la percentuale di persone di età pari o superiore a 16 anni nell’UE con esigenze insoddisfatte di visite mediche – a causa dei costi troppo elevati, dei viaggi troppo lontani e/o delle liste di attesa era del 2,2%, mentre la spesa sanitaria media delle famiglie nell’UE per abitante è stata di 760 euro.

Nel 2021 la speranza di vita alla nascita nell’UE era di 80,1 anni (1,2 anni in meno rispetto al 2019), 82,9 anni per le femmine e 77,2 anni per i m aschi. Complessivamente tra il 2002 (inizio della serie temporale) e il 2021, la speranza di vita alla nascita nell’UE è aumentata di 2,5 anni. Nel 2022, le persone sopra i16 anni hanno valutato la loro soddisfazione per la vita a una media di 7,1, in calo rispetto a 7,3 nel 2018. Tra gli Stati membri dell'UE, la valutazione media nel 2022 è stata più alta in Austria (7,9), davanti a Polonia, Romania e Finlandia (tutti 7,7). Il punteggio più basso, in assoluto, è stato quello dei bulgari (5,6), seguito dai tedeschi (6,5).

Fonte: Commissione Europea